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Cantagallo è un borgo che sorge a circa 570 metri di altitudine ai piedi del “re” della Riserva Naturale Acquerino Cantagallo, il monte Bucciana, coi suoi 1228 metri che ne fanno la vetta più alta interamente nella Provincia di Prato, e del Poggio Cicialbo, di poche decine di metri più basso del primo (1.176 m).
La sua posizione, ai margini della Riserva Naturale Acquerino Cantagallo e sulla strada che porta al passo di Pian della Rasa e poi nella vallata della Limentra Orientale, ne fa un luogo di notevole interesse anche se attualmente il paese ha perso la vivacità di un tempo. Poche decine gli abitanti del borgo, che nel 1944 fu quasi completamente raso al suolo dal passaggio del Fronte: gli abitanti, non trovando più la propria casa emigrarono in massa verso la bassa valle e Prato e iniziarono a dedicarsi ad altri mestieri.
Il borgo, già presente sugli atti della Badia di Vaiano in epoca medievale, presenta una chiesa dedicata a San Biagio: a differenza degli altri edifici di Cantagallo questo rimase pressoché illeso nel 1944, il tritolo che era stato posizionato non scoppiò ma bruciò solamente.
Nel secolo scorso Cantagallo era un paese molto animato: bar, botteghe, la scuola. Gli abitanti, come negli altri borghi del Comune, vivevano di agricoltura e pastorizia, lavorando per conto proprio o per alcuni proprietari di terreni ed edifici. Ad un uomo in particolare è legato il passato recente di Cantagallo, il cavalier Luigi Pacini (1868-1946), natio del paese ma residente a Firenze per buona parte dell’anno. Benefattore in vita – dava lavoro a molti abitanti e fece diverse migliorie per agevolare la quotidianità della comunità – donatore alla morte: gran parte delle sue proprietà, fra terreni, annessi agricoli e cascine, vennero donati all’ente di Assistenza del Comune di Cantagallo e alcune entrarono a far parte del demanio Statale, che poi passò alla Regione. I terreni in questione - insieme a molti altri entrati per vendita nel demanio regionale o rimasti attualmente di proprietà privata - nel 1998 sono diventati area protetta con la costituzione della Riserva Naturale Acquerino Cantagallo. Luigi Pacini, oltre ai vari lasciti alla morte, alla comunità di Cantagallo, donò nei primi decenni del 1900 un terreno alla sezione pratese del Cai: 4.000 metri quadrati al Pian della Rasa su cui sorse un rifugio, inaugurato nel 1936, che porta il nome del cavaliere benefattore.
Una curiosità: spesso si fa confusione fra il paese di Cantagallo e il Comune di Cantagallo, ritenendo che il municipio sia nel paese omonimo del Comune. In realtà il municipio del Comune di Cantagallo è a Luicciana.
Luogomano
Il borgo, di origine molto antica, faceva parte dei possedimenti degli Alberti, poi dei Bardi e infine, nel 1810, dei Guicciardini, che ricevettero le vaste proprietà della fattoria di Luogomano da un lascito di Piermaria Bardi. Il piccolo paese/fattoria contava sul lavoro di molti abitanti di Cantagallo ed era quasi completamente autonomo nei primi decenni del secolo scorso: una scuola, la falegnameria, il piccolo caseificio, il forno e perfino una fornace. I possedimenti dei Guicciardini, all’epoca, partivano da Cantagallo (il podere del Campaccio faceva parte della fattoria) al Vallone, sotto Cascina di Spedaletto. I ricchi pascoli d’altura davano molto latte, che in parte convergeva nelle burraie tutt’ora visibili a margine delle cascine che fanno parte del patrimonio demaniale della Riserva, come Le Barbe. Gran parte delle entrate erano comunque legate al bosco: il legname prodotto negli immensi poderi veniva tagliato al Mulino della Sega, dove si ritiene che ci fosse un macchinario alimentato ad acqua ancor prima della Seconda Guerra Mondiale, che affiancava le altre macine in cui si lavoravano cereali e castagne.
A partire dagli anni’ 20 iniziarono le prime piantumazioni di conifere, messe a dimora sui vari pascoli di alpeggio, cambiando la fisionomia della fattoria che gestiva i gradi boschi di faggio a ceduo. Sono ancora visibili le “serre”, filari di grandi esemplari di faggio che proteggevano dal vento colture (l’area intorno alla Cascina Le Barbe ad esempio era deputata alla produzione di cereali) e animali al pascolo.
Luogomano aveva anche una chiesa, dedicata a Santa Cristina, di origini molto antiche, in cui nei primi decenni del 1900 serviva messa il parroco di Cantagallo.
La chiesa, come tutti gli edifici del Luogomano, fu completamente distrutta dal passaggio del Fronte, situato proprio sulla Linea Gotica: quello che vediamo adesso è frutto di una ricostruzione fedelissima fatta nel secondo dopoguerra, con lo stesso materiale recuperato dalle macerie. Furono costruite ex novo anche due casette che ospitarono gli operai durante la ricostruzione.
Luogomano è tuttora proprietà dei Conti Guicciardini: il conte Jacopo ed i figli utilizzano le case come residenze estive.
Cosa fare
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