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PARMIGNO (415 m.) Comune di Vaiano. Le pendici di Monte Cagnani formano un terrazzamento naturale ricco di olivi e l'abitato si sviluppa in due nuclei, con edifici - ormai disabitati di struttura medievale.
Parmigno, che ebbe infatti il massimo sviluppo nel XIII secolo, quando era uno dei popoli del distretto pratese, dal Trecento subì un progressivo, inarrestabile abbandono. Anche per questo spopolamento gli edifici, tra muretti a secco e canali di scolo accuratamente studiati, conservano ben visibile la struttura medievale, con regolare paramento in filaretto di alberese.
Il chiesino dedicato a Santo Stefano fu sede parrocchiale fino al XVIII secolo, quando venne unito a Faltugnano.
A parte la zona posteriore (frutto di un intervento più tardo, a seguito di un cedimento, che comportò l'eliminazione dell'abside), l'edificio conserva la struttura originaria (fine del XII-inizi del XIII secolo), con portale dotato di archivolto in conci raffinati e porta laterale con architrave su mensole convesse.
All'interno restano alcuni affreschi: un trittico dipinto raffigurante la Vergine col Bambino, tra Santa Caterina d'Alessandria e Santo Stefano, opera di Antonio di Miniato (1438), e scarsi resti (due teste) di una Madonna e Santi, del primo Quattrocento.
Un bell'edificio presso il chiesino, casa Organi (nel Cinquecento proprietà dei Bellamati) ha due aperture chiuse da archi ribassati monolitivi, mentre circa duecento metri più a monte l'imponente complesso duecentesco delle Casacce (che fu forse dei Rondinelli, poi dei Ricci) ha una bella struttura parallelepipeda con aperture ad arco ribassato o con architrave monolitico, alcune feritoie e un bel portale con architrave decorato da umboni (rilievi semisferici) e sormontato da arco a pieno centro.
Un tempo si teneva a Parmigno in maggio o giugno un'importante fiera del bestiame, soprattutto di bovini di una razza tipica della zona, la calvanina.
Dove
Parmigno si raggiunge da un paio di strade bianche che partono da Faltugnano e da Fabio
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