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Taglianico è un piccolo borgo in rovina situato sotto il poggio omonimo, poco distante da Migliana ma sul versante che guarda l’alto corso del Bisenzio e le sue sorgenti.
Pochissime le notizie sul paese, che non compare su alcun testo ufficiale, se non quelle riportate dagli abitanti di Cantagallo, Luogomano e Migliana, fra cui Nello Santini, Leonardo Santi e Rodolfo Malquori.
Da testimonianze che si tramandano da generazioni sembra sia stato fondato nei primi decenni del 1.800 da una coppia di giovani sposi: lei di Migliana, lui proveniente forse dal Lazio. La scelta di un posto così isolato e impervio sembra sia da ricondurre a crimini commessi da lui, che rifugiandosi in una vallata così lontana da tutto aveva pensato di andare a nascondersi per non farsi catturare. La coppia ebbe diversi figli ma le difficoltà legate al vivere in una zona così indomita (nonostante la prima famiglia avesse ripulito e coltivato il terreno circostante) li spinsero a trasferirsi a Migliana, precisamente a Il Masseto.
Taglianico è stato per un secolo e mezzo a presidio della vallata del Trogola, insieme a Luogomano - paese/fattoria dirimpettaio molto più ricco e totalmente autonomo, grazie ai vasti possedimenti dei Bardi prima e dei Guicciardini poi – per condividere con il borgo vicino la stessa decadenza, dopo la Seconda Guerra Mondiale. E se Luogomano è stato distrutto dall’esercito tedesco in ritirata, Taglianico è stato vittima del tempo e delle intemperie: costruito con sassi (sembra che ci fosse una piccola cava aperta dai primi che vi si insidiarono) e da una sorta di calcina fatta di terra di castagno, le abitazioni avevano soffitti di legno di castagno e pavimenti fatti di lastre. Edifici molto poveri, per chi li ha visti ancora in piedi.
Una fonte, un lavatoio e un pozzo erano la ricchezza in servizi del borgo, circondato fino a pochi decenni fa da castagneti, da campi coltivati a grano e prati per il fieno. Oltre ai prodotti della terra, la sussistenza degli abitanti era legata all’allevamento di pecore. Cannicciaie (essiccatoi per le castagne), aie, alberi da frutto e una strada inciottolata stanno tutt’oggi a testimoniare quale poteva essere la vita in quei tempi nella stretta vallata che sovrasta il Trogola.
Per decenni Taglianico ha contato su qualche decina di persone (fra i 20 e i 30 abitanti all’inizio del secolo scorso) ma durante la guerra e la ritirata del fronte le case arrivarono ad ospitare tante famiglie sfollate dai paesi limitrofi. Anche a Taglianico ci furono rastrellamenti da parte delle truppe tedesche e un suo abitante, Attilio Dalla Porta, detto Palle Nere, fu ucciso da soldati germanici sul crinale che porta al paese. E sempre durante la Seconda Guerra Mondiale, è rimasto nella memoria locale l’aereo caduto, proprio sotto Taglianico, che provocò un incendio e grande spavento nella popolazione.
Del paese restano ora pochi resti, divorati dall’acqua che, una volta scomparsa la copertura, ha dilaniato il povero materiale che teneva insieme le mura. L’ultima famiglia, di pastori, ha lasciato Taglianico nel 1950/55.
Dove
Il borgo di Taglianico si trova sotto il poggio omonimo, che si raggiunge da una strada bianca che si dirama dal Cai 438, a Migliana
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